Crash disaster - la pagina nera della Bove Airlines World

Il Direttivo della Compagnia ha dibattuto a lungo se fosse bene pubblicare i disastri aerei in cui è stata direttamente coinvolta. E' certamente vero che non è mai un piacere ricordare eventi che racchiudono in se solo la tragicità delle conseguenze, ma la logica di "segnare nel tempo" l'avvenimento di disastri dove, oltre le cose, si sono perdute anche delle vite umane, vuole essere una logica costruttiva, dalla quale nascano idee innovative e tecnologie che supportino sempre al meglio la sicurezza. Per quanto assurdo possa sembrare è da qui che si impara; e la prima regola da imparare è proprio quella di NON dimenticare....mai.

 

La Bove Airlines World, ad oggi (12.09.2017), ha operato oltre 160.000 voli, percorrendo oltre 305 milioni di miglia nautiche e solo in due occasioni è stata coinvolta in incidenti aerei. E' doveroso precisare che, in entrambi i casi, si è trattato di voli tecnici di trasferimento, ovvero voli in cui i velivoli si stavano recando presso i nostri HUB per espletare delle manutenzioni tecniche. 

CASE REPORT N° 1: AIR DISASTER del 12.08.2013 time 04.26AM

Il volo n° 32064596, un volo di trasferimento dall'aeroporto locale di Thule (Groenlandia) a quello di Alert (Canada) operato da un Beechraft Duke 60, scompare dalle tracce radar alle 04.25. 

Il volo era partito da Thule alle 02.52 e, al momento dell'impatto, si trovava a poche miglia dalla sua destinazione.

Le condizioni meteorologiche, al momento era in atto una forte nevicata su tutta l'area, e l'errore di calcolo del carburante necessario all'effettuazione del volo, sono state le cause principali del disastro. Le indagini svolte appurarono infatti che sarebbero stati necessari 116 litri di carburante per percorrere in tutta sicurezza la distanza fra i due aeroporti ma, dai documenti del piano di volo e dalle ricevute dei rifornimenti, emerse che nei propri serbatoi l'aereo ne aveva solamente 108 litri.

Le indagini conclusero dunque che il disastro aereo avvenne per causa di un "errore umano" escludendo qualsiasi ipotesi relativa ad un guasto tecnico.


Nell'incidente perse la vita la Comandante Esther Di Carlo.

Una foto sulla scena del disastro scattata alle prime luci dell'alba dove si intravede parte della coda e del terminale della fusoliera. Circa duecento metri prima si trovava la restante struttura dell'aereo con all'interno il corpo senza vita della Di Carlo.

CASE REPORT N° 2: AIR DISASTER del 05.08.2014 time 07.06AM

Il volo n° 39267682, un volo di trasferimento dall'aeroporto internazionale del Lussemburgo a quello locale di Bergamo Orio al Serio, scompare dalle tracce radar alle ore 07.05 del mattino. Il volo era operato da un Antonov AN-225 Mriya andato completamente distrutto nell'impatto.

Le indagini svolte hanno richiesto oltre un mese per appurare le cause che determinarono il disastro. Vennero trasferite nell'Hangar della Compagnia, presso la sede di Bergamo Orio al Serio, tutte le parti e i componenti del velivolo per essere sottoposti ad attenti esami di laboratorio da parte dei periti e ad una meticolosa opera di ricostruzione del relitto. La scatola nera venne rinvenuta sul luogo dell'impatto e sottoposta immediatamente all'esame del contenuto. Dai dati in essa registrati emersero due fattori sconvolgenti; il primo riguardava una importante perdita di potenza accusata dai reattori 1 e 6 durante la fase di decollo, risoltasi dopo 42 secondi dall'allarme. Il comandante fece eseguire una diagnostica dei sistemi e dei circuiti dalla quale non emersero anomalie di sorta; questo lo indusse a decidere di proseguire il volo verso la propria destinazione. Dopo 3 minuti e 24 secondi le spie delle valvole di intercettazione del carburante si accendono improvvisamente. Il comandante tacita gli allarmi ordinando al suo secondo di eseguire nuovamente una check sull'impianto di alimentazione ma, nel momento in cui impartisce l'ordine, i reattori 1 e 6 hanno nuovamente un brusco calo di potenza a cui seguono 27 secondi dopo i reattori 2 e 4. L'aereo perde bruscamente spinta e velocità, mentre la punta dell'aereo si inclina di 32° sotto l'orizzonte. Nei 37 secondi successivi che precedono l'impatto il comandante tenta ogni sforzo per riportare l'aereo ad un assetto che gli consentisse un atterraggio d'emergenza ma con solo 2 dei 6 reattori funzionanti risultò vano ogni tentativo.

Dalle analisi di laboratorio emerse che ben 3 valvole di regolazione del circuito di alimentazione presentavano anomalie di funzionamento proprio quando venivano sollecitate a stabilizzare il flusso di carburante in immissione ai reattori. Ciò causò, con la quasi certezza, un rilevante disequilibrio dei flussi sovralimentando i reattori causandone lo stallo per via della mancata combustione.

Le indagini conclusero dunque che la causa dell'incidente era attribuibile ad un guasto meccanico che ne determinò le conseguenze ma venne messa sotto esame la condotta del comandante. Gli inquirenti andarono quindi ad approfondire se la scelta del comandante di proseguire il volo dopo la comparsa del primo allarme in fase di decollo, fosse una scelta adeguatamente razionale. Emerse che, viste le procedure di check immediatamente successive e l'esito negativo scaturito dalle stesse sulla presenza di anomalie, potevano indurre tranquillamente alla scelta di proseguire il volo, tanto piu' trattandosi di un volo di breve durata (circa 26 minuti in tutto). Tuttavia, sebbene non venne attribuita colpa al comandante, l'Enac inserì nel rapporto la "raccomandazione" per il futuro di non ignorare la comparsa di simili allarmi anche se di breve durata invitando le Compagnie ad impartire la procedura di rientro alla comparsa di ogni simile evento.


Nell'incidente perse la vita il comandante Salvatore Piegari di 39 anni e sette membri dell'equipaggio.


   


Una foto scattata durante il trasferimento della carcassa dal luogo del disastro verso Bergamo.